Trattamento del danno renale da iperbilirubinemia mediante plasma adsorbimento/perfusione

Autori

  • Giuseppe Sileno Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Teresa Rampino Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Gianluca Marchi Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Maria Luisa Scaramuzzi Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Gianluca Fasoli Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Francesca Montagna Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Antonio Dal Canton Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia
  • Pasquale Esposito Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Pavia

DOI:

https://doi.org/10.33393/gcnd.2013.1042

Parole chiave:

Bilirubina, Ittero, Danno renale acuto, Plasma adsorbimento

Abstract

L'iperbilirubinemia severa si associa spesso al danno renale acuto (AKI), soprattutto in pazienti con livelli di bilirubinemia pari a 20–25 mg/dL. Considerando la potenziale tossicità renale della bilirubina, è possibile che la rimozione di tale sostanza dal plasma rappresenti un modo per migliorare la funzione renale nei pazienti con AKI associato a iperbilirubinemia. Qui presentiamo il caso di un uomo di 47 anni, ricoverato per ittero ingravescente e ascite. All'anamnesi il paziente presentava una mielofibrosi idiopatica, associata a epatopatia con valori di bilirubina stabili intorno ai 4 mg/dL. Al momento del ricovero, la bilirubinemia era pari a 45 mg/dL, con valori di creatininemia di 2.1 mg (valore precedente 0.7 mg/dL). La biopsia epatica mostrava un quadro di severa colangite linfogranulocitaria. Per il peggioramento del quadro ematochimico (bilirubinemia 59.7 mg/dL e creatininemia 4 mg/dL), una volta escluse cause funzionali di insufficienza renale e la sindrome epato-renale, sospettando un danno renale da iperbilirubinemia, abbiamo iniziato il trattamento con plasma adsorbimento/perfusione (PAP). Tale metodica si basa sulla rimozione selettiva della bilirubina dal plasma mediante una specifica resina adsorbente. Dopo il trattamento, si assisteva a una riduzione dei livelli di bilirubina sierica fino a 24 mg/dL, associata a un significativo miglioramento della funzione renale. Tuttavia, circa dieci giorni dopo l'inizio della PAP, il paziente decedeva per shock settico. Questo caso rappresenta un'ulteriore prova della potenziale nefrotossicità della bilirubina, suggerendo che la PAP potrebbe essere una valida opzione terapeutica nei pazienti con danno renale acuto secondario a iperbilirubinemia.

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Pubblicato

2013-02-10

Come citare

1.
Sileno G, Rampino T, Marchi G, Scaramuzzi ML, Fasoli G, Montagna F, Dal Canton A, Esposito P. Trattamento del danno renale da iperbilirubinemia mediante plasma adsorbimento/perfusione. G Clin Nefrol Dial [Internet]. 10 febbraio 2013 [citato 4 dicembre 2023];25(3):228-31. Available at: https://journals.aboutscience.eu/index.php/gcnd/article/view/1042

Fascicolo

Sezione

Short Communications

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