Survey report

A cura di Franco Bergesio | 30 Giugno 2020

Se Il manifesto che abbiamo lanciato è stato come un sasso nello stagno dell’impegno Civile ( oppure della salvaguardia dell’ambiente)delle nostre Società, è in effetti servito a muovere le idee e le opinioni di una parte, anche se ad oggi  molto limitata, dei nostri colleghi. La quasi totalità ha voluto però sottoscriverlo  (94%) e dunque ne condivide le intenzioni  e buona parte delle proposte seppure con alcuni distinguo. E questo non era scontato a priori…..

Se questi risultati saranno confermati da numeri ben più rappresentativi potrebbero dar forza  alla richiesta di una concreta  responsabilizzazione delle nostre società scientifiche per prevenire o quanto meno mitigare le conseguenze sulla salute dei cambiamenti climatici.

In molti sono consapevoli della drammatica emergenza che sta vivendo il nostro pianeta e dei rischi che corre la nostra salute ma sono altrettanto consapevoli delle enormi difficoltà in campo politico ed economico che  queste sfide comportano. Indipendentemente dalla complessità del problema essi affermano che la medicina deve superare il limite dei suoi tradizionali campi di interesse se vuole incidere veramente sulla questione ambientale. La relazione salute-ambiente è emersa molto forte in molti commenti.  “Mi hanno insegnato nella mia professione a porre attenzione al contesto nel quale il paziente si trova a vivere e ad occuparmi di esso “, afferma Dorian Veronesi, “ e la Terra è il contesto nel quale tutti viviamo.” Se è vero che dobbiamo riporre fiducia nella tecnologia  è altrettanto vero che questa non è bastata a salvarci dalla pandemia che molti hanno visto come una conseguenza del nostro maltrattamento dell’ambiente.

Ma se non ci sono prospettive certe su come affrontare questa emergenza, molti colleghi si dicono pronti e convinti della necessità di iniziare con il ridurre l’impronta ecologica della nostra attività, a partire in primis da quella dialitica, decisamente una tra quelle a maggior impatto ambientale (quindi “Green Nephrology e green Medicine….”).

Ci piace tra i tanti ricordare le parole di  Lara Biagi: “Ora più che mai la Comunità Scientifica è chiamata a prendere posizione ed ognuno, con le proprie peculiarità personali e professionali, può giocare un ruolo decisivo in questa cruciale sfida. Come infermiera, quindi, auspico che il sapere, il saper fare e il saper essere della mia professione, unito a tanti altri saperi e al radicato senso di responsabilità civile e sociale che ci accomuna, diventi promotore di una effettiva inversione di rotta” ed il contributo del rappresentante ANED (Associazione Nazionale Pazienti Emodializzati) che  sottolinea la necessità del coinvolgimento dell’intero mondo sanitario nel doversi prendere cura del nostro ambiente, rafforzato dal suggerimento di Roberto Salerno di allargare l’iniziativa anche alle associazioni dei pazienti.

 “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato” scrive Giuseppina Lorenzano ” non possiamo continuare a curare senza fare una vera prevenzione delle malattie. Curare il nostro pianeta è la vera prevenzione e dunque la vera terapia di tanti mali" 

“.. Perché il tempo disponibile è poco” (Pino Vanacore). 


Risultati della survey al 30/6/20