Act II – And meanwhile it grows clearer
DOI:
https://doi.org/10.33393/gcnd.2025.3672In quei pochi attimi critici che si dilatano infinitamente non vorrei gridare, come accaduto tante volte. E poi m’accorgo che tutto è andato bene e ho una gratitudine immensa, sorrido, mi sento leggera e piena di energia.
Si aprono e condivido parentesi d’esperienze di vita, ricette dietetiche, piccole gite dentro e fuori porta, racconto di mostre che mi hanno affascinato e mi son rimaste negli occhi, notizie che mi fanno riflettere.
Poi il giudizio riservatissimo nel mio diario per rammentare coloro che poi diventano familiari, le doti, la gentilezza delle loro mani, la grande professionalità e la comprensione reale dei loro sguardi.
E ricomincia il circuito per depurare, il suono di filtri che lavorano incessantemente.
Un cammino ininterrotto che m’affatica mentre mi concentro su altro.
Ascolto e riascolto l’ultimo convegno di quell’associazione di studi economici, politici e sociali, le audizioni in Commissione Bicamerale, l’intervento del Senatore o quello dell’Onorevole, l’audizione del Ministro o quella del Premier, i dibattiti, i contrasti, le strategie ma anche i giochi, le finzioni, le ipocrisie, le correzioni di percorso, e pure le incursioni dissennate di quella costruzione che ora pericolosamente vorrebbe riarmarsi, dirottare troppo denaro nell’industria bellica per tentare di rianimare dispoticamente quell’economia che prima la stessa ha depauperato con la medesima e sempre urgente dissennatezza. Incredula, frastornata dagli strilloni mentitori leggo e rileggo quei documenti ufficiali che sguainano una catena di follie che m’auguro rimangano soltanto su quella carta da accartocciare e buttare nel reparto “discarica” della Storia senza dimenticarne gli insani e sempre contraddittori contenuti e coloro che li hanno sconsideratamente pronunciati, nell’indifferenza dei più e col plauso dei media. Quale spudoratezza presuntuosa unisce un’accozzaglia di parole che vorrebbe urgentemente indebitare gli Stati per armi invece che per ospedali, strade, scuole al servizio esclusivo della vita dignitosa e pacifica dei cittadini?
E intanto c’è l’Onorevole, già Senatore e ancor prima Professore e sempre tenace Informatore che ancora mi svela chirurgicamente, scrupolosamente, l’origine, la causa, le conseguenze di certe decisioni politico-economiche e svela il percorso che tutti noi facciamo, chi consapevolmente chi nell’ignoranza e assenza complete.
Prendo appunti sul cellulare, diffondo nelle chat quel che ritengo di condividere.
Poi giro la pagina e scrivo ai miei carissimi ‘nipotoni’, dal più piccolo al più grande, per dare loro qualche utile consiglio per studiare e crescere anche alla luce delle mie esperienze e sensibilità perché queste portino una qualche utilità pure a loro.
M’accorgo che fra letture, audio e video ho tolto qualche velo in più che occulta la realtà prima più oscura. Ho condiviso pensieri, riflessioni, consigli.
Ancora, tutto appare più chiaro e limpido, come quel sangue che esce, riacquista vitalità poi mi viene restituito purificato dopo aver fatto i suoi prilli. Ora son stanca, un po’ affaticata ma al contempo piena di vivacità e vitalità.
Ho abbandonato scorie e ho compreso un po’ di più di quel mondo magmatico in cui sono immersa e dove cerco di galleggiare con tutte le energie e la lucidità critica che pure ho.
Ho distribuito qualche affettuoso consiglio a chi voglio bene.
Osservo quel mondo così pieno di sorprese incantevoli, di fatiche e sofferenze, di racconti fantastici, di delusioni e attese, di rinascite entusiasmanti, di contraddizioni, di abbracci e sorrisi sinceri e rinnovo ancora la mia fiducia nella vita, nelle relazioni umane, in un sistema che pure si prende cura di me mentre io cerco di capire, osservare e sempre vigilare attentamente, perché, prima di tutto, son responsabile di me stessa.
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