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G Clin Nefrol Dial 2023; 35: 16

ISSN 2705-0076 | DOI: 10.33393/gcnd.2023.2591

NARRATIVE NEPHROLOGY

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Una mail

Ex farmacista, Ospedale del Mugello, Azienda USL Toscana Centro, Firenze - Italy

Indirizzo per la corrispondenza:
Leonardo Mari
SoS Farmacia
Ospedale del Mugello
Viale della Resistenza 60
50032 Borgo San Lorenzo, Firenze - Italy
leonardo.mari.56@gmail.com

Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi - ISSN 2705-0076 - www.aboutscience.eu/gcnd

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Gentile Vergine Maria,

pur se tu non fossi vera

sempre della mia vita sarai

l’illusione più bella.

Commento editoriale a cura di Marco Lombardi

Editor in Chief, Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi

Narrativa, Pandemia, Maria

La medicina narrativa (e, di conseguenza, la narrativa in nefrologia) è una porta aperta, per chi ha la voglia, il coraggio e la consapevolezza di aprirsi in vario modo al racconto e all’ascolto delle proprie, e non solo, problematiche di salute.

È un modo diverso di condividere, comunicare e, non ultimo, capire se stessi e gli altri ma anche le malattie o il non star bene, attraverso il racconto, la fotografia, i video, la poesia, la recitazione e via dicendo.

Io l’ho vissuta e cerco di viverla (sempre troppo poco) così. Il mio lavoro mi rende quasi “bipolare”… nel senso che sono spesso uno che si prende cura, ma sono, prima che medico (nefrologo), una persona con problemi anche e non solo di salute… come tanti, forse troppi, di noi.

Era già difficile prima del recente spartiacque, Covid-19, fare della narrativa, ma ora mi sembra tutto un poco peggiorato.

Ma è stata davvero colpa di questo virus e della pandemia, che l’essere umano ha saputo solo gestire proprio male?

Non credo, non il virus, né la pandemia, ma la sua gestione sciagurata e sconsiderata per molti aspetti, non certo da parte degli addetti alla dispensazione della sanità (per breve tempo eroi!) ma da parte di quelli che avrebbero dovuto essere preposti alla sua organizzazione e alla sua conservazione.

Se, negli ospedali, negli ambulatori, nei laboratori e così via, specialmente del nostro povero, ottimo, SSN, siamo sempre meno, non possiamo che girarci a guardare indietro a cosa i nostri amministratori politici o meno non hanno saputo o voluto fare… e questo ben prima del Covid-19. Niente voglio scrivere sul dopo Covid…

… Se prima era difficile essere narrativi o cercare di lavorare con un poco di narrativa, ora lo è ancora di più… ma non per questo dobbiamo gettare la spugna (ma è imbevuta di aceto come sul monte Golgota tanto tempo fa… forse).

Così, l’altro giorno, quando mi è venuto a trovare in dialisi il mio amico e poeta, gli ho chiesto: “Leonardo non ho più letto una tua poesia da mesi… la pandemia ti ha prosciugato la vena poetica?”.

La sera mi sono arrivate per email tre poesie: tra queste ho scelto questa. Perché questa? Perché ha in sé anche, tra i tanti, il concetto della fede… e di fede, oggi, nel nostro SSN, ce ne vorrebbe davvero tanta per farlo risorgere… Sì, siamo tre giorni dopo la Pasqua.

Io credo che scrivere poesie faccia bene a Leonardo, così come leggerle e pensarci su fa bene a Marco e a ognuno di noi che lo faccia con il cuore.

Dal momento che questa rubrica la condivido, oltre che con il poeta, anche e soprattutto con tutti gli associati o meno ad ANED, dedico “Una mail” a tutti i lettori di questa rubrica di Nefrologia Narrativa.