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G Clin Nefrol Dial 2021; 33: 53-56

ISSN 2705-0076 | DOI: 10.33393/gcnd.2021.2264

POINT OF VIEW

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“Se tutti gli uomini sono responsabili per l’ambiente, i medici lo sono due volte”. Il pensiero dell’International Society of Doctors for Environment – ISDE

Presidente Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Arezzo - Italy

“If all men are responsible for the environment, doctors are twice as responsible”. The point of view of ISDE, the International Society of Doctors for Environment

The Italian Society of Doctors for the Environment – ISDE Italy is an environmental organization of medical doctors. It is an independent, non-profit organization affiliated to the International Society of Doctors for the Environment – ISDE (which has a Consultative Status with WHO and a Consultative General Status with ECOSOC and fosters co-operative efforts with different other international organizations and many NGOs). The main purpose of ISDE Italy is to help defend environment both locally and globally to prevent numerous illnesses, ensure the necessary conditions for health, and improve the quality of life. It aims to educate and update physicians and the general public and stimulate awareness and initiatives by public and private bodies. ISDE Italy collaborates with different national, regional and local organizations, networks and NGOs as well. All ISDE Italy projects follow an integrated model finalized to actions which are generally preceded by training moments.

Indirizzo per la corrispondenza:
Roberto Romizi
Via XXV Aprile, 34
52100 Arezzo - Italy
isde@isde.it

Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi - ISSN 2705-0076 - www.aboutscience.eu/gcnd

© 2021 The Authors. This article is published by AboutScience and licensed under Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International (CC BY-NC 4.0).

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L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia (Online) è nata nel 1989 da un gruppo di medici italiani consapevoli che, per garantire la salute di ciascuno, i medici devono occuparsi anche della salute dell’ambiente in cui viviamo, sia come medici che come abitanti della terra. L’Associazione è affiliata all’International Society of Doctors for the Environment – ISDE (costituitasi nel 1990), analoga Associazione internazionale, unica al mondo nel suo genere e riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’OMS.

Dal momento che i rischi per la salute sono inequivocabilmente legati al degrado ambientale e agli stili di vita, i medici devono orientare il loro ruolo professionale e civile alla promozione della salute anche attraverso scelte di tutela ambientale. L’inquinamento dell’ambiente, infatti, è sempre più spesso causa o motivo di aggravamento di numerose patologie.

Con la nascita dell’ISDE Italia, si è voluto valorizzare il ruolo di interfaccia che il medico può svolgere tra le istituzioni, la comunità scientifica e la cittadinanza organizzata. È necessario superare le barriere corporative all’interno della categoria e collaborare con tutte le figure professionali che si occupano di ambiente e salute, ma anche con i media, la scuola, il mondo giuridico e quello economico. È necessario sostenere le amministrazioni locali affinché promuovano politiche di prevenzione e, quindi, di salvaguardia ambientale, creando consenso intorno a scelte talvolta scomode e impopolari. È, altresì, necessario intervenire contro i soggetti, pubblici e privati, che perseguono attività non rispettose della salute e dell’ambiente.

I medici sono una categoria di opinion-leader che si sta sempre più rendendo conto della necessità di impegnarsi, non solo in campo diagnostico-terapeutico, ma anche in quello della prevenzione e dell’identificazione dei fattori di rischio.

Se, una volta, la tutela della salute era soprattutto basata sul rapporto tra medico e paziente, oggi è sempre più evidente il ruolo dell’ambiente e la necessità di agire a questo livello.

Il ruolo del medico si fa, dunque, molto più complesso e non può non tenere conto del fatto che il degrado ambientale genera nuove patologie o ne aggrava di preesistenti e sarà decisivo per la salute delle generazioni future.

È necessario che i medici preferiscano le strategie di prevenzione per sottolineare che la salute deve essere una priorità nell’ambito delle scelte politiche e che il criterio di scelta debba essere la qualità della vita e non l’interesse economico e che prevenzione vuol dire attenzione prioritaria alle problematiche ambientali, poiché molte patologie di tipo degenerativo-neoplastico dipendono in larga parte dai fattori ambientali e dagli stili di vita scorretti. In una siffatta realtà, ha sempre meno senso limitarsi a cercare di curare le persone, quando l’ambiente che le circonda è sempre più nocivo.

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La salute di una comunità, infatti, è correlata a fattori genetici, sociali, economici e ambientali, allo stile di vita e all’accesso ai servizi. Le amministrazioni locali e nazionali dovrebbero avere come priorità nelle loro scelte la salute e la salubrità ambientale.

Nessun singolo settore, nessuna istituzione e nessuna agenzia possono controllare da soli i fattori determinanti della salute, mentre, con un lavoro interistituzionale e intersettoriale, si può garantire un’ampia gamma di iniziative, progetti e politiche di promozione della salute.

La crisi ambientale, la crisi dei valori e la crisi della salute sono strettamente interconnesse e dipendono l’una dall’altra. Nei paesi industrializzati, da un lato si “annega” nell’eccesso di consumo, ma, al contempo, dall’altro, diventa sempre più difficile soddisfare i bisogni elementari, come bere acqua pulita e respirare aria non inquinata.

Il tema salute si pone attualmente al centro della discussione, non ultimo a causa di servizi sanitari che diventano finanziariamente insostenibili.

Alla domanda di salute, il sistema, nel mondo occidentale, risponde con un aumento di prestazioni tecnologicamente sofisticate e costosissime, nel tentativo di intervenire sulla “malattia”, che, di per sé, è già sinonimo di “salute perduta”, senza occuparsi della prevenzione primaria, soprattutto “curando” l’ambiente che ci circonda e che, oggi, ci avvelena, ma anche intervenendo sul singolo con un’adeguata politica di informazione e di educazione sanitaria verso un più semplice e più corretto stile di vita. In definitiva, gli obiettivi principali dell’Associazione sono:

privilegiare le politiche di prevenzione primaria ambientale e sanitaria nonché le iniziative volte a modificare i determinanti sociali della salute e gli stili di vita, attraverso l’affermazione dei Principi di Precauzione e di Prevenzione, che richiedono di adottare tutte le misure per prevenire i rischi per l’ambiente e per la popolazione, quando siano noti gli effetti nocivi (fisici, chimici, biologici) di una tecnologia o di un’attività umana (Principio di Prevenzione) o quando tali effetti non siano ancora noti ma siano ragionevolmente ipotizzabili (Principio di Precauzione), sulla base delle conoscenze disponibili;

promuovere l’integrazione interdisciplinare fra le diverse aree della conoscenza scientifica e della cultura umanistica e informare la popolazione sui rischi dell’inquinamento in tutte le sue forme e sui modi per prevenirlo e ridurlo;

promuovere la salute come priorità nelle scelte politiche delle amministrazioni e svolgere un ruolo di ponte per le tematiche che afferiscono al rapporto “Ambiente-Salute” tra le agenzie governative, la società civile e la comunità scientifica, a livello locale, nazionale e internazionale.

L’Associazione contribuisce a qualificare il ruolo etico della professione medica, così come di tutte le altre, in ambito sanitario e contribuisce a realizzare iniziative per la formazione e l’aggiornamento dei medici e degli altri operatori della salute e dell’ambiente, di ogni professione intellettuale e dei cittadini tutti.

Inoltre, tra gli altri compiti, l’ISDE promuove iniziative dirette a favorire e a valorizzare le attività di ricerca, particolarmente negli ambiti dell’epidemiologia, della salute pubblica, del corretto utilizzo delle risorse e dell’ecologia umana (Online).

È referente su “ambiente e salute” in consessi anche europei ed extraeuropei, all’interno di organismi a carattere pubblico o, comunque, operanti nella difesa dell’interesse pubblico, al fine di favorire scambi culturali e incontri periodici e permanenti con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e di migliorare la qualità di vita della popolazione.

L’Associazione assume un ruolo di consultazione e di indirizzo delle politiche pubbliche a favore dell’ambiente naturale, dell’ambiente antropizzato, del clima, dell’energia, dei trasporti, dell’approvvigionamento di risorse, della gestione ecologica dei rifiuti e dell’agricoltura. Infine, ma non meno importante, è il compito di pubblicare e di diffondere informazioni relativamente alle tematiche su ambiente e salute con una panoramica locale, nazionale e internazionale, destinata specialmente ai professionisti del settore, ma anche a tutti coloro che si interessano di tali temi tramite il bollettino informativo ISDE Italia News.

L’impegno della professione medica per la tutela dell’ambiente, tra l’altro, è stato riaffermato anche nell’articolo 5 del codice deontologico della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) (1) che attesta:

“Promozione della salute, ambiente e salute globale. Il medico, nel considerare l’ambiente di vita e di lavoro e i livelli di istruzione e di equità sociale quali determinanti fondamentali della salute individuale e collettiva, collabora all’attuazione di idonee politiche educative, di prevenzione e di contrasto alle disuguaglianze alla salute e promuove l’adozione di stili di vita salubri, informando sui principali fattori di rischio. Il medico, sulla base delle conoscenze disponibili, si adopera per una pertinente comunicazione sull’esposizione e sulla vulnerabilità a fattori di rischio ambientale e favorisce un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni”.

Già nel 2006, con il Documento Ambiente (2), FNOMCeO e ISDE Italia promossero un progetto comune per affermare il ruolo della categoria medica nella tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e a un ambiente salubre. A distanza di vari anni, è evidente come l’alleanza tra organismi governativi e organizzazioni non governative sia strategica e reciprocamente vantaggiosa, per via delle differenti e complementari specificità e modalità d’azione. In questa visione, si inserisce il progetto di una Rete Italiana dei Medici Sentinella per l’Ambiente (RIMSA) promossa da FNOMCeO e ISDE Italia.

Questa è stata costituita all’interno di una progettualità più generale voluta dal Ministero della Salute, volta a definire e a proporre una strategia di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo e del Pianeta secondo la vision “Planetary Health”, introdotta da Lancet per indicare ‘il più elevato livello di salute, benessere ed equità raggiungibile in tutto il mondo, attraverso un’equilibrata governance dei sistemi, politici, umani, economici e sociali, determinanti per il futuro dell’umanità e dei sistemi naturali terrestri, che definiscono i confini ambientali entro i quali l’umanità può svilupparsi’ (3).

È nota da tempo l’esigenza di una sorveglianza delle patologie correlate all’ambiente. Oggi, però, la sorveglianza non basta più. Occorre andare oltre, passando dall’azione di sorveglianza all’“advocacy”, dove, con questo termine, si intende il “sostegno decisionale” offerto ai decisori politici e/o ai semplici cittadini in merito alle questioni riguardanti la salute dei singoli o di intere comunità, ovvero il supporto alla buona politica e alle buone pratiche attingendo alle evidenze scientifiche presenti nella letteratura internazionale.

Il medico per l’ambiente può assumere, se necessario, atteggiamenti critici (ma mai polemici) nei confronti di Enti o Istituzioni, che, a volte, operano distorsioni o “addolcimenti” delle evidenze scientifiche (4).

Mi fa piacere, infine, segnalare due recenti iniziative di ISDE Italia. Nella prima, in considerazione della gravità e della portata della crisi ecologica che stiamo vivendo, i rappresentanti delle diverse Associazioni e Società scientifiche riuniti a San Sepolcro nel gennaio 2020 hanno deciso di unire le forze e, ciascuna con le proprie competenze specialistiche, di contribuire a perseguire obiettivi comuni orientati al rispetto dell’ambiente fisico, biologico e sociale, aderendo al progetto “Verso un’ecologia della salute”. L’impegno è quello di contrastare le cause del degrado ambientale, di eliminare gli sprechi, di contenere i consumi, di favorire il riciclo dei dispositivi medici e del materiale sanitario e di ridurre l’impronta ecologica delle attività correlate alla ricerca, alla prevenzione primaria, alla diagnosi e alla cura. I medici e i professionisti della salute non possono più limitarsi a compiti di diagnosi e cura, ma devono sentirsi responsabili anche della tutela dell’ambiente attraverso attività di educazione sanitaria nei confronti dei pazienti e di “advocacy” nei riguardi dei decisori politici e delle istituzioni (5).

Nella seconda iniziativa, ISDE Italia e FNOMCeO, partendo dall’esperienza della recente pandemia, hanno voluto condividere un documento “COVID-19: le lezioni da imparare e gli sbagli da non fare”, in cui si ribadisce con forza che è indispensabile tenere insieme la tutela della salute con quella dell’ambiente. Questa esperienza ha dimostrato che la potenza economica e quella tecnologica non sono in grado di evitarci le gravissime conseguenze sanitarie e sociali provocate da una pandemia come quella attuale. Quest’ultima ha messo in evidenza le debolezze di un sistema che si è rivelato facile preda di questo virus, con costi umani ed economici incalcolabili, soprattutto per le fasce sociali più fragili. Per la ripresa economica e sociale occorrerà un grande piano di sviluppo sostenibile basato sulle energie realmente rinnovabili, su un’agricoltura improntata ai principi dell’Agroecologia, sul recupero della biodiversità e non su grandi opere impattanti su ambiente e salute. Chiari segnali di un’inversione di tendenza potrebbero venire, per esempio, dall’approvazione della legge sull’agricoltura biologica da tempo ferma in Senato, da quella sul blocco totale del consumo di nuovo suolo, dall’adeguata tutela del patrimonio forestale e boschivo (“il polmone verde” del paese) e così via. Non si può pensare di uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale indotta dalla pandemia rimanendo ancorati allo stesso modello di sviluppo e di consumo che ha contribuito a crearla o, addirittura, prigionieri di esso, nella consapevolezza che in gioco c’è la nostra vita e quella delle future generazioni (6).

Disclosures

Conflict of interest: The author declares no conflict of interest.

Financial support: This article received no specific grant from any funding agency in the public, commercial, or not-for-profit sectors.

Bibliografia

  • 1. Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e a un ambiente salubre. Inquinamento atmosferico urbano, stili di vita e salute – “Per l’ambiente gli uomini sono responsabili, i medici due volte”. ARPAT News. Maggio 2007. Online
  • 2. The Lancet. Specialty Collection: Planetary Health. Online
  • 3. Di Ciaula A. Scienza ed epidemiologia: strumenti per le comunità in lotta. Il Cesalpino 42/2016. Rivista medico-scientifica dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Arezzo. 2016;42:42-45. Online
  • 4. Codice deontologico della Federazione degli ordini dei Medici e Chirurghi (FNOMCeO). Online
  • 5. Verso un’ecologia della salute – Insieme per una medicina sostenibile. Online
  • 6. COVID-19: le lezioni da imparare e gli errori da non fare (appello pubblico ISDE Italia e FNOMCeO). Online