Image

G Clin Nefrol Dial 2020; 32: 161

DOI: 10.33393/gcnd.2020.2209

POINT OF VIEW

Image

L’epidemia ai nostri tempi

Editor in Chief, Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi

Indirizzo per la corrispondenza:
Marco Lombardi
Ospedale del Mugello
Via Della Resistenza, 60
50032 Borgo San Lorenzo, Firenze - Italia
lombardim@tin.it

© 2020 The Authors. This article is published by AboutScience and licensed under Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International (CC BY-NC 4.0). Any commercial use is not permitted and is subject to Publisher’s permissions. Full information is available at www.aboutscience.eu

Questo maledetto virus, oltre a non averci ancora lasciato, è anzi ritornato più potente e pressante di prima. Oltre a non averci ancora lasciato, sta producendo un cambiamento interno in ognuno di noi, non sempre palese ma che temo si manifesterà sempre più nel prossimo futuro.

Lo vedo e lo sento nei rapporti con i colleghi, ma anche nei soggetti che devo assistere e curare; lo sento dentro di me – sto cambiando – me ne accorgo con i famigliari (i parenti e gli amici sono spesso ‘tenuti’ alla lontana per precauzione); non si parla – non si pensa – ad altro!

Se il maledetto incide negativamente anche sulla narrativa (ad esempio, il concorso è rimandato al 2021 ed ipotizzato in forma diversa) è proprio della narrativa che c’è più bisogno.

La narrativa ha da sempre forme diverse per essere attuata. In questo momento, grazie anche all’allenamento a fare visite nell’ambulatorio di predialisi e di nefrologia narrativa con gli amici e colleghi Alessandro Toccafondi (Psicologo clinico) e Leonardo Mari (Farmacista ospedaliero, Counsellor e, non ultimo, poeta), sento la necessità di essere più narrativo o meno medico tradizionale e paternalista possibile (quando ci riesco… certo non sempre!).

È veramente palpabile il bisogno di tutti di essere capiti e di capire, ma soprattutto di essere ascoltati.

Se nel mio piccolo e nella mia piccola pratica medica la narrativa diviene un’esigenza anche per combattere le sequele Covid-19, la poesia può essere, anzi è, narrativa allo stato puro e pertanto ottimo rimedio per esprimere, manifestare, risvegliare, farsi ascoltare.

Ho chiesto a due poeti a me vicini per motivi diversi, ma sempre legati alla mia ‘specifica’ di scrivere qualcosa per la rubrica di Nefrologia Narrativa del Giornale, qualcosa che ovviamente rappresentasse il loro stato d’animo e lo stato del sentire generale in questo momento così particolare.

Grazie Ivo, grazie Leo!

Inquietudine delle ombre

Farmacia dell’Ospedale del Mugello, Azienda USL Toscana Centro, Firenze - Italia

Il corto rumore del tempo

e le mani, le mani

a coprire la faccia

per la vergogna d’esistere

per l’impotenza di assistere

inerme alla scure del boia.

C’è una Croce sbiadita

dalla legge dell’uomo

che respira a fatica

in questo pantano

mentre ai calici bolle

un nettare scuro

che avvelena le labbra

di un potere infernale.

Nient’altro ho da dire

e forse troppo ho già detto

perché questa colpa

la sento anche mia:

son pronto a tradire

cosciente e incosciente

con gli occhi e col cuore

dell’uomo di sempre.

Pensieri del Poeta al ritorno della tempesta

Poeta in Barberino del Mugello, Firenze - Italia

Hanno cuori che vivono

le amiche case del tempo

sbrecciati muri dai suoni del vento

e il lungo fiato alle porte rassicura

l’andare e il ritorno degli uomini.

Il treno fischia nell’animo

avanza nella nebbia fugge

notti portando giorni 

come sempre la vita

lenta o veloce

così inesorabile.

Sembriamo alberi nel vento

immobili a sfidare la tempesta

salvati dalla volontà d’esistere.