G Clin Nefrol Dial 2020; 32: 124 DOI: 10.33393/gcnd.2020.2176 POINT OF VIEW |
Riflessioni
Received: July 23, 2020
Accepted: July 23, 2020
Published online: August 5, 2020
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C’è il sole, il cielo è di un azzurro abbagliante.
Guardo l’orizzonte, la montagna si staglia nitida, da quanti anni non la vedo così.
Un richiamo ancestrale mi assale.
Prendo la macchina, esco, non ho destinazione nessuno mi aspetta.
Alla radio un motivo mi emoziona, musica a palla … ricordi mi inondano.
Una radura, mi fermo, nessuno attorno, non indosso la mascherina non vedo anima viva.
Mi immergo estasiata nella natura … la melodia struggente nelle orecchie.
Aspiro l’aria … annuso, mi sembra diversa è profumata … non l’avevo mai percepita così.
I fiori … sono bellissimi sbocciati nel finire della primavera, i colori mi inondano gli occhi.
Cos’è questo chiasso … tortore, passeri, merli è tutto un tubare, cinguettare, cantare.
Mi inginocchio a terra, una farfalla si libra nel cielo inconsapevole del mio dolore, le lacrime scendono copiose, nemmeno me ne accorgo.
Un ramo si spezza alzo gli occhi impaurita … sbalordita a pochi metri un cerbiatto incrocia il mio sguardo … sono attimi di stupore, di gioia, di leggerezza.
Un balzo ed è già scomparso, libero si è riappropriato di una natura dimenticata.
Cos’ha provocato questa pandemia, cos’ha cambiato, cosa ci ha lasciato, cosa ci ha insegnato.
Forse è tempo di riflettere.
Commento editoriale
Un richiamo, 1000 ricordi, non indosso la mascherina, mi accorgo della natura… Mara Canzi, Vicepresidente SIAN, porta l’attenzione del lettore su un fatto che dovrebbe essere sconvolgente e dovrebbe aprici gli occhi sul perché il mondo è già così cambiato dall’invasione antropocentrica di quest’essere arrogante e presuntuoso che si è auto-chiamato ‘umano’.
Ironico, tutto molto ironico, dall’appellativo che ci siamo dati -umani- al fatto che basta farsi appena un po’ da parte per qualche mese, che il resto della natura relegata dalla nostra espansione incontrollata, prova timidamente a farsi viva … Segno evidente che noi stiamo – appunto – relegandola in spazi sempre minori e insostenibili. Credo che Mara abbia ragione: è proprio l’ora di riflettere.